Si è concluso da poche settimane il Campionato del mondo di Adventure Race in Galizia (Spagna).
Nonostante qualche assenza eccellente (primo tra tutti il team Neozelandese capitanato da Nathan Faavae) dovuta alla difficoltà di viaggiare per via del COVID, è andato in scena una gara straordinaria che ha visto continui cambi al vertice.
Al via anche il team Italiano Freemind.
E proprio il loro capitano Marco Ponteri ci racconta come è andata con una serie di articoli che pubblicheremo sul magazine.
Cominciamo con il racconto della prima tratta di trekking di 122 km e 5800D+… buona lettura!
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La partecipazione a questi mondiali soffre dell’annata complicata per gli impegni personali di ognuno ma riusciamo a mettere insieme un team anche per onorare al meglio lo sponsor Gruppo Ethos Ristoranti Italiani e Birra Libera che da anni supportano il Freemind Team.
Il capitano Beppe Scotti deve rinunciare a quindici giorni dalla gara.
In assenza di un primo navigatore italiano coinvolgiamo Pekka, un amico finlandese.
Clelia Ponteri ha concluso la sua preparazione specifica con la CzechAR dove abbiamo testato la deprivazione di sonno per 46 ore ma è consapevole di non essere appieno preparata per la super-tappa iniziale di 122km e +5800.
Provvidenzialmente Marta Poretti, oramai la più esperta Adventure Racer italiana, decide di completare la squadra ed è sicuramente grazie a lei che siamo riusciti a concluderla con il sorriso in viso.
Siamo una delle cinque squadre su 90 con più di una donna in squadra e quella con la partecipante più giovane.
Partendo da La Coruna, centro gara e finish line, dopo due ore di pullmann siamo a Monforte de Lemos, cittadina a 300 metri di altitudine, siamo in fila con gli altri 90 team per la consegna del GPS tracker, sigillamento cellulare e consegna mappe: 51 mappe di cui la maggior parte in scala 1/25.000, qualcuna 1/12500 e un paio 1/7500 per prove speciali e C.O. in centro urbano.
Abbiamo mezz’ora per studiare le 9 mappe della prima sezione e segnare il percorso migliore tra gli 8 checkpoint.
Sappiamo di non essere veloci e la strategia di gestione del sonno è quella di fare un primo sonno tra le 24 e le 36 ore di gara per poi fermarsi 2 ore ogni 24 ore.
Primi 15 km piani e subito porto lo zaino di Clelia per mantenere un buon ritmo e restare nel gruppo centrale dei team. Dopo meno di due ore siamo a metà classifica e iniziamo ad assaporare i primi dislivelli delle colline della Galizia sino ad arrivare, dopo 27 km, su strade bianche e in buona parte asfaltate.
In 4h15’ arriviamo al primo cp a 900 metri dove i primi team sono passati in tre ore e siamo, a questo punto, circa 55esimi.
Un primo errore di navigazione ci fa fare 250 + 250 metri e sette minuti in più, un inezia rispetto ai tempi che perderemo per la navigazione e per i tempi morti su tutta la gara.
Proseguiamo inoltrandoci tra le montagne e in due punti dove era possibile tagliare seguiamo la strada principale perdendo 25 minuti.
Con l’aumento delle pendenze usiamo l’elastico con Clelia al traino per mantenere la velocità stabile.
Dopo 7h20’ e altri 13 km arriviamo al cp2 ancora con la luce e, proseguendo regolari per altri 7 km in salita, arriviamo al cp 3 a 1374 metri con il buio, il vento e la prima pioggia in 9ore e 38 di gara.
Nella notte dopo oltre 11 ore di gara decidiamo di fermarci in un portico riparato e tiriamo fuori bresaola, grana e maionese! Facciamo il carico di acqua ad una fontana e ripartiamo dopo mezz’ora di sosta ristoratrice.
Superato il cp4 proseguiamo prendendo quota sotto la pioggia battente e, raggiunte le creste, ci troviamo nella tempesta con pioggia e vento senza possibilità di ripararsi. Proseguiamo sino alla discesa lungo una tagliafuoco e con euforia imbocchiamo una strada bianca che ci porterà facilmente al punto 5; avevamo deciso la via più sicura ma l’euforia e la notte ci hanno fatto proseguire in piano per quasi 3 km per poi renderci conto dell’errore! In totale quasi un ora di tempo perso e, soprattutto, dipendio di energie.
Per fortuna non c’è più il vento e nonostante la pioggia non abbiamo problemi di freddo.
Un altro piccolo errore ad un bivio in discesa; ritorniamo subito sui nostri passi e raggiungiamo il cp 5, che si poteva raggiungere per vie più rischiose e che ha messo in difficoltà anche i primi team, cambiando le posizioni di testa.
Avanziamo nella notte sino all’alba più concentrati e precisi, come spesso succede dopo l’attivazione dovuta da errori di navigazione, e di prima mattina raggiungiamo una graziosa cittadina con tanto di caffetteria pasticceria; entriamo nella veranda ancora “imbaccuccati” nonostante il sole in cielo, occupiamo un tavolo e, mentre Marta ordina, io e Clelia ci buttiamo sotto il tavolino per un sonnellino. Mangiamo doppie porzioni, ci spogliamo, prendiamo altre paste e bibite e alla fine riusciamo a ripartire dopo un ora di goduria J esperienza rara ma possibile in una AR.
Continuiamo con la consueta corsetta in piano e discesa, Clelia segue le orme di Marta che instancabile dà il ritmo a tutto il team.
Iniziamo a vedere la fine sperando di arrivare con la luce prima della seconda notte ma un errore di navigazione e diversi minuti alla ricerca del punto 8 fanno si che il buio ci colga a meno di 2 km dalla transizione;
Clelia è stremata e con i piedi doloranti.
Le porto lo zaino ma il team si divide: Pekka si allontana solo, si intravedono le luci della transizione attraverso la foresta che attraversiamo scomposti rincorrendo il primo navigatore. Con fatica e con qualche urla di richiamo e una forte tensione riusciamo a riunirci e a entrare tutti alla transizione.
Prepariamo subito le bici, mangiamo e dormiamo (punto la sveglia dopo due ore).
Al risveglio non siamo reattivi tutti allo stesso modo e perdiamo tempo prezioso per riuscire a ripartire. Sono passate più di 37 ore e usciamo nella notte in MTB per affrontare le prove speciali prima della sezione di 65km in bici.
Riassumiamo la tappa con i dati…
La memoria individuale seleziona spontaneamente i ricordi che più contribuiscono alla coerenza ed alla immagine di sé, a volte distorcendo gli eventi. Per questo è utile una analisi in termini più oggettivi. Oggi è possibile attraverso la traccia satellitare. Questi i nostri tempi della prima sezione di trekking.:
cp1-cp2 giorno: errore navigazione 7’; tagli non fatti (10’ )+15’.
cp3-cp4 notte: sosta cibo 30’.
cp4-cp5 notte: sentiero non riconosciuto e strada 25’; errore euforia dopo tempesta 47’; bivio sbagliato 10’
cp6-cp7 giorno: sosta cappuccino naps 1h05’; dubbi e svestizione 6’;
cp7-cp8 giorno: errore recinto 20’; ricerca cp 8, 10’
cp8-TA1 notte: taglio non fatto e reazioni da deprivazione sonno 15’.
TA1: 4h05’ dentro la transizione di cui 2h di sonno
Soste per sonno 2h tutti (durante la sosta al bar naps pont e Clelia).
Tempo soste transizione cibo riposo 3h40’;
Tempo perso x navigazione 2h35’.
Tempo totale prima sezione trekking 122km +5800 sino all’uscita in mtb: 37h20’